Intervista a p. Alex Zanotelli

Questo è l’anno internazionale dell’ acqua.. Per noi occidentali , ogni anno è come entrare, quasi per moda, dentro qualcosa che per gli altri è vita.
Cos’è l’ acqua per i paesi poveri?

Per moltissima gente a questo mondo l’acqua è vita; penso che poche cose come l’acqua siano un bene talmente prezioso e per così tanta gente.
Moltissime popolazioni, in Africa, non hanno acqua ed ho l’impressione che, in questo nuovo secolo, in quel continente, si combatteranno varie guerre. Già alcune sono in atto.
Per esempio, la guerra in Sudan è certamente una guerra anche per l’ACQUA: l’acqua del Nilo.
L’Etiopia ha una grande preoccupazione: che l’acqua del Nilo Azzurro venga stornata.
Penso che oggi, quello che l’oro nero è stato nel secolo scorso, potrebbe diventare l’oro blu per questo ventunesimo secolo.

Senza dubbio possiamo affermare che c’ è molta disinformazione sul problema…
Noi occidentali soffermiamo la nostra attenzione sull’oro nero mentre, in larga misura, ci viene “negato” conoscere realmente l’enorme interesse che le grandi multinazionali hanno verso questo oro blu.
Ritiene che questa sia la vera emergenza?

Si; dobbiamo ricordarci, innanzitutto, che le nuove politiche, soprattutto le politiche sociali, sono “imposte” dai grandi organismi internazionali e dai grandi potentati economici.
Queste politiche vertono verso una linea fondamentale: quella delle privatizzazioni.
Quest’anno, dal 10 al 14 settembre, a Cancoon, verrà varato il nuovo trattato: il “General Agreement On Trade in Services” (Trattato Generale sul Commercio dei Servizi ).
Si tratta di commercio, quindi di mercificazione di servizi.
Uno dei servizi fondamentali di cui si parlerà è l’acqua e la tendenza è quella di renderla una “merce”.
Questo è per noi, o almeno per me, estremamente grave, perché finora l’acqua, come l’aria,
è stato uno dei grandi beni essenziali dell’umanità.
Oggi, invece, si và verso il concetto che l’acqua non è più un bene comune, essenziale all’uomo
per la sua sopravvivenza, ma diventa “merce”.
Le grandi multinazionali ci metteranno le mani sopra e la venderanno in lattine, bottiglie o quel che si vuole.
C’è una lotta serrata che esse stanno conducendo per mettere le mani sull’acqua, ovunque.
È chiaro che tutto questo significherà un disastro per i poveri: i poveri non hanno soldi per comprare l’acqua e, quindi, vorrà dire che tantissima gente è destinata a morire per la sete, così come è destinata a morire per la fame .
Funziona così a questo mondo: non hai soldi? quindi… non puoi vivere.

Facciamo un passo indietro, guardiamo le culture dei paesi del terzo mondo che conosciamo così poco: qual è il significato profondo che l’acqua ha nella loro esistenza e nella loro cultura?

Deve essere chiaro che, quando parliamo dell’Africa, ragioniamo di una cultura molto complessa e molto differenziata.
Per esempio, la cultura-Bantu ha una concettualità, la cultura Nilotica ne ha un’altra, la cultura Etiopica-Camitica ne ha un’altra ancora; direi che la parola migliore per esprimere il sentire mitico-religioso con cui il mondo africano esprime la realtà è quella della vitalologia, l’esperienza vitale.
In questa concezione, l’acqua è uno degli elementi primari su cui si impernia la vita.
Dobbiamo ricordare una cosa fondamentale per questo continente e per la sua religiosità: ciò che aiuta la vita ed aiuta a crescere, è bene; ciò che diminuisce la vita; è male.
In questo spirito, bisogna considerare l’acqua: come elemento portante. La cultura dell’Africa è profondamente amante della vita, che essa celebra in tutte le sue manifestazioni.
Togliere l’acqua all’Africa vuol dire toglierle la vita…

È un’ immagine davvero molto bella che ci ha regalato; ci dica, prima di lasciarci, qual è
l’intervento che possiamo fare noi occidentali, tutti e ciascuno?
Quale deve essere l’atteggiamento più giusto per aiutare chi ne ha così tanto bisogno?

Al di là dei vari interventi che si possono fare, penso che sia un problema politico nel senso più generale del termine.
Noi viviamo in un mondo che è profondamente ingiusto. Finché avremo un mondo come il nostro, dove il 20% può permettersi di appropriarsi dell’83 % delle risorse generali, mi spiace, ma questo è un mondo mal spartito.
Per il rimanente 80% di popolazione rimangono le briciole.
Oltre un miliardo di persone è costretto a vivere con meno di un dollaro al giorno.
Il primo atteggiamento, da parte occidentale, deve essere quello di lottare perché questo sistema,
economico-finanziario e militarizzato, venga rimesso in discussione .
I beni che abbiamo a questo mondo devono essere divisi il più equamente possibile .
Questo non lo faranno né gli Stati Uniti nè l’ Europa (ognuno guarda ai propri interessi), ma
solo un organismo internazionale, come l’ONU, dei popoli con un parlamento che rappresenti tutti gli esseri umani della terra.
Questo permetterà, finalmente, un salto in avanti di natura politica.
Purtroppo, invece, abbiamo permesso a questo mondo di essere retto non da decisioni politiche, ma da decisioni economiche.

Mi piace pensare che ci sono delle frasi importanti che caratterizzano l’agire di ognuno di noi.
La storia del mondo, in fondo, è costellata da uomini che, nel nome di un ideale o di un sogno , hanno provato a cambiare le cose , anche a costo della vita .
Ci vuole regalare una frase , Padre Alex , che ci possa servire per essere dalla loro parte e che rimanga dentro i cuori di ciascuno di noi?

Al di là di tutto quello che tu puoi fare o non fare , penso che sia importante, nella vita, sapere che stai dalla parte giusta, dalla parte di chi è schiacciato, di chi è offeso .
Al di là di quello che puoi fare, puoi sentirti, certe volte, inerme e incapace; però il sapere che stai nel luogo giusto sarà molto importante.
Devi impegnarti; forse farai poco, ma la vita è bella quando la “butti” per qualcosa che vale.

Penso che, mai, come oggi , il mondo si trovi in una situazione in cui si assiste ad un duello tra la vita e la morte: tocca a noi darci da fare perché vinca la Vita, per noi e per tutti.

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